Fedeli e Donnarumma, due facce della stessa medaglia

Ho scoperto l’esistenza di Donnarumma, uno che c’ha un cognome che sembra la marca di un pastificio campano, quando sui social hanno iniziato a parlare del suo rifiuto di rinnovare il contratto con il Milan. Prima di allora, non seguendo il calcio, non ero al corrente della sua esistenza.

Oggi il portierino continua a far parlare di sé, dato che ha rinunciato a svolgere l’esame di maturità per volare a Ibiza e svolgere – invece – le meritate vacanze.
La sua scelta ha creato, come accade di solito, spaccature tra i pro e i contro e molti hanno scritto di lui in questi giorni, chi difendendolo (tanto a che serve un pezzo di carta in Italia oggigiorno?) e chi dandogli dell’irresponsabile (che esempio dà ai suoi coetanei?).

Ogni posizione è giusta e corretta, sì, tranne quella del Ministro Fedeli che ha voluto scrivergli una lettera aperta dalle pagine della Gazzetta dello Sport.

La Ministra ha scritto parole tipo: “Lo studio è una straordinaria occasione di crescita. È lo strumento che più di ogni altro può darci autonomia, indipendenza, pensiero critico, che può renderci cittadine e cittadini consapevoli, attivi. Solo la conoscenza genera vera libertà, consente a ciascuna e a ciascuno di trovare “la propria voce”, la propria strada”.

Ma che faccia tosta! Da quale pulpito viene la predica! No, cara Ministra Fedeli, lei dovrebbe solo tacere. Donnarumma, come tanti altri giovani, non ascolterà le sue parole così vuote e retoriche e prive di significato, perché il significato è parte del significante e il significante sono i gesti e la realtà fattuale che danno significato alle parole.

Lei che esempio ha dato mentendo sul proprio titolo di studi? Ha spacciato un diploma per un diploma di laurea e, solo dopo essere stata sgamata, ha corretto il suo curriculum vitae. Questo è ciò che i giovani vedono, non le sue parole inutili.

L’esempio che dà è proprio questo: non serve un titolo di studi per arrivare a ricoprire alte cariche, basta mentire, entrare nel gioco della politica, essere furbi, perché il merito in Italia conta meno delle conoscenze, dei favori, persino della militanza stantia in un sindacato stantio e rappresentativo solo di sé stesso.

E poi, onestamente, in questa realtà storica in cui davvero il titolo di studi non ha più alcuna importanza e la scuola ha fallito ogni suo compito, svuotata di potere educativo e di significato sociale anche grazie alle riforme degli ultimi 20 anni, come fa un ragazzo ad avere fiducia nel percorso di studi e sognare un futuro all’altezza della propria intelligenza e dei propri sacrifici?

Questo lo penserà soprattutto uno che in un solo anno guadagnerà quanto tutta la sua classe in una intera esistenza. Donnarumma sì che è l’emblema dell’Italia che ha capito davvero tutto: ha capito che è inutile farsi il culo, ma soprattutto che siete dei falliti e avete fatto fallire intere generazioni che non credono più in voi, figurarsi nelle vostre inutili parole.

6 commenti su “Fedeli e Donnarumma, due facce della stessa medaglia”

    • Ciao Vik, grazie per il commento e per il passaggio 🙂
      In effetti è vero, ci starebbe anche come marca di salsa 😀 In quanto a lei, beh, è la sintesi dell’italiano medio al governo…

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    • A me non stupisce più ormai. E’ solo l’ennesima espressione del degrado della classe politica, che si vede nel linguaggio che usano, nell’operato e anche nei comportamenti spesso infantili e inappropriati per dei rappresentanti istituzionali. Ma tant’è…sono, in fondo, lo specchio della nostra società…

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