Il Sindaco di Licata e la differenza tra Legge e Giustizia

Angelo Cambiano era Sindaco di Licata, in Sicilia. Fu eletto il 15 giugno 2015 con quasi il 55% di preferenze. Nel 2016 iniziò la sua lotta all’abusivismo edilizio e venne minacciato più volte (gli vennero persino incendiate due case di famiglia) quasi sicuramente perché, fino ad ora, ha fatto abbattere numerosi immobili abusivi. Pochi giorni fa è stato sfiduciato dal consiglio comunale. Ma che ha fatto di così grave? Semplicemente ha applicato la Legge, in particolare tutta una serie di ingiunzioni di demolizione da parte della Procura di Agrigento. Come lui stesso dichiara “La mia non è stata una scelta politica quella di demolire immobili. Ci sono delle sentenze della magistratura che lo hanno decretato e le sentenze vanno rispettate”.
Oddio, non possiamo certo dargli torto. La legge va rispettata e le sentenze pure. Alcune sono così vecchie da risalire persino agli inizi degli anni ’90. Quantificando, sarebbero quasi un centinaio le case da abbattere o già abbattute, ma forse sono anche di più, dato che non è facile conoscerne il numero, perché, dal 2016 ad oggi, la Procura di Agrigento, a più riprese, ha notificato al Comune di Licata molte ordinanze di abbattimento, tutte recepite e fatte eseguire. Fino al 2015, anno in cui Cambiano fu eletto, le pressioni da parte della Procura di Agrigento vennero tutte respinte al mittente, non solo dal Comune, persino dalla Sovrintendenza ai beni culturali e ambientali e dall’Ente Parco archeologico, ognuno dei quali si dichiarava non competente in materia.

Insomma, per anni, anzi, per decenni, tutte le sentenze e le ordinanze di abbattimento degli immobili abusivi sono state ignorate dal Comune e dagli altri Enti preposti. Il Sindaco Cambiano ha corretto il tiro e ha iniziato ad applicarle, ordinando gli abbattimenti, non solo di immobili per cui le sentenze sono passate in giudicato, ma anche per immobili di nuova costruzione.

Ha fatto bene? Ha sbagliato? Entrambe le cose. Cambiano non è un Eroe, perché ha applicato la Legge, ma non è nemmeno un rappresentante della sua popolazione (lo dico a vantaggio di quelli che pensano che i Sindaci sono rappresentanti del Governo. No, rappresentano i cittadini del Comune in cui vengono eletti. Solo in poche occasioni fungono da rappresentanti del Governo) perché non ha tenuto conto della realtà in cui opera.

Già. Ha fatto bene, perché ha applicato la Legge, ma ha sbagliato, perché – in molti casi – è stato ingiusto.

Che differenza c’è tra Legge e Giustizia? E’ giusto abbattere le case abusive, sì, ma è giusto abbattere solo quelle di quei poveri sfigati che non hanno approfittato dei vari condoni edilizi intervenuti in questi ultimi decenni? Dagli anni Settanta ad oggi il Governo, con vari decreti d’urgenza, ha sempre e costantemente regolamentato la materia decidendo, di volta in volta, quando consentire e quando, invece, sanare (a titolo d’esempio, basti ricordare i D.L. 28 marzo 1986, n. 76; D.L. 30 settembre 1986, n. 605; D.L. 9 dicembre 1986, n. 823; D.L. 9 marzo 1987, n. 71; D.L. 8 maggio 1987, n. 178; D.L. 9 luglio 1987, n. 264; D.L. 4 settembre 1987, n. 367; D.L. 7 novembre 1987, n. 458, tutti in materia di urbanistica e sanatoria dell’abusivismo edilizio).

Diciamoci la verità. I Governi che si sono succeduti (e spesso i Parlamenti, che hanno ratificato i Decreti o emanato leggi ad hoc) hanno regolamentato la materia come più gli ha fatto comodo: a volte concedendo, a volte impedendo, altre volte sanando. In questo marasma legislativo mettetevi nei panni di un cittadino qualsiasi che vuole costruire (del Nord o del Sud, perché l’abusivismo è trasversale, anche se spesso i media vi diranno che è preminente al Sud. Cazzate). Non ci capisce un cazzo. Legge le varie disposizioni normative e non sa quali sono valide e quali abrogate. In più, tra rimandi di legge e giuridichese, non capisce nulla. Quindi fa la cosa più ovvia: va all’Ufficio tecnico o dal Sindaco per avere informazioni e questi, con buona probabilità, gli diranno: tu costruisci, poi si vede. E fu così che dagli anni Settanta ad oggi interi Paesi sono stati costruiti in modo abusivo. Ma abusivo da cosa? Abusivo in base a leggi che dicono tutto e il contrario di tutto? Abusivo in base a piani urbanistici locali che molti Comuni non hanno ancora adottato? Abusivo in base alle dichiarazioni degli Uffici tecnici dei Comuni? In questa confusione, uno che vuole una casa in riva al mare, in campagna o nella periferia del paese, la costruisce e basta. Poi si vede. E’ così che ha funzionato finora. E’ giusto? Non è giusto? Come si fa a dirlo se le leggi venivano continuamente modificate e se le sanatorie spuntavano come funghi ogni 5 o 6 anni?

Quindi, rispondendo alla domanda di prima, un povero cristo, che si vede abbattere la sua casa costruita negli anni Settanta, così, senza un apparente motivo e dopo averci vissuto una vita, magari ereditata dal nonno (che l’ha costruita perché qualcuno gli ha detto che poteva farlo, poi si vedrà) sta subendo un’ingiustizia o l’applicazione della Legge? E la legge, nel suo caso, è giusta? Se il tizio, vedendo che in tutta Italia si abbattono case abusive, forse potrebbe farsene una ragione, ma se invece l’applicazione della Legge vale solo nel suo Comune e nel suo caso, penserà che è giusto o che è solo una carognata che lo porterà a perdere la sua casa e ad andarsene in mezzo a una strada? Come fai a spiegargli che la sua casa è abusiva quando invece quella del suo vicino – sanata qualche anno prima – è ancora in piedi e non verrà abbattuta? Ditemi se questa è giustizia o meno. Ditemi come fa quel povero cristo a capire che la sua casa è illegale, mentre quella del vicino no.

Oggi assistiamo a questo spiacevole spettacolo per cui un Sindaco, che deve applicare la Legge, viene prima minacciato e poi sfiduciato dal suo Consiglio comunale. Lui non è un eroe, è solo l’emblema di un personaggio che si trova ad operare in un sistema corrotto nei suoi meccanismi più profondi, cioè le leggi, di un modello istituzionale che non ha mai voluto prendere una decisione netta in materia urbanistica e che si è sempre mascherato dietro il gioco dell’oca di un sistema volto a vietare e poi a concedere, a bloccare e poi a sanare, ad impedire e poi a consentire. In questo sistema qual è la differenza tra Legge e Giustizia? E’ giusto consentire e poi – dopo tanti anni – distruggere? E un povero Sindaco cosa deve rispettare? La Legge o la Giustizia? Me lo chiedo e ve lo chiedo, perché è facile schierarsi contro l’abusivismo, ma è difficile capire quanto questo fenomeno sia stato foraggiato dalle stesse Istituzioni che oggi lo contrastano. Soprattutto al Sud. Ma l’Italia, sappiatelo, da questo punto di vista è unita. Unita assai.

2 commenti su “Il Sindaco di Licata e la differenza tra Legge e Giustizia”

  1. Sicuramente in italia il problema urbanistico/edilizio è tra i più controversi in assoluto, ci sarebbe bisogno di una buona revisionata. Comunque, sia giusto o no, la frase “…poi si vedrà…” nel nostro Paese è il mantra che da inizio a tutto, e non venitemi a dire che chi riceve questa risposta è allo scuro di divieti e qant’altro, perchè si sa perfettamente, si è sempre saputo, e ancora si sa (vogliamo parlare dei comici seduti sulle poltrone comode che hanno costruito abusivamente in Sardegane epoi non se ne è saputo più nulla?) cosa vuol dire. Le case abusive non hanno mai un atto notarile, permessi e quant’altro ben definito.
    Diciamo che ci sono due pesi e due misure come sempre. Noi, e intendo proprio noi come famiglia, che facciamo parte della schiera poveri cristi di cittadini abbiamo dovuto fare duemila giri, subire non so quanti controlli per poter “sistemare” un’immobile già costruito e mai terminato, un vecchio casale abbandonato…due strade più in la un assessore ha tirato su un piano senza ricevere nessun controllo…ecco questa è l’Italia. e giusto o no che sia secondo come la vediamo per me il sindaco ha fatto il suo lavoro, ma in Italia si sa chi fa il suo lavoro è mal visto. Lo abbiamo sperimentato noi (sempre famiglia) sulla nostra pelle. E infatti si vedono i risultati: l’Italia si sgretola in tutti i sensi.

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    • Apprezzo molto il tuo pensiero e infatti è proprio questo il motivo per cui ci troviamo in questa situazione. Se da un lato molta gente se ne frega delle regole, dall’altro queste sono così farraginose e mutevoli che induce la gente a fregarsene e a fare di testa propria. Se poi i controlli sono fatti con logiche clientelari, ancor peggio. Quindi è vero che il Sindaco di Licata ha solo fatto il suo dovere, ma il suo “sacrificio” è vano se opera in un contesto di ingiustizia diffusa, che proviene soprattutto dalle istituzioni. E allora, riflettendo meglio, è giusto o sbagliato abbattere solo in un paese quando l’Italia intera è piena di abusi? Non è una domanda retorica, non conosco la risposta, ma mi chiedo solo se le leggi (che cambiano e che vanno prima a favore e poi contro gli abusivismi) siano giuste o meno. Mi chiedo se le sentenze vadano rispettate dappertutto o solo quando i comuni le applicano e mi chiedo se c’è differenza tra una casa abusiva ma sanata e una casa abusiva ma non sanata. Insomma, prima di schierarmi (se mai lo farò), mi voglio porre solo qualche domanda…

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