La verissima storia dell’approvazione del DL Fiscale: Di Maio e la manina sullo smartphone

Leggendo le tante, tantissime notizie che riguardano la cosiddetta manina, denunciata da Luigi di Maio direttamente in televisione, a Porta a Porta, per cui – secondo lui – il testo del c.d. Decreto Fiscale è stato modificato a sua insaputa con l’aggiunta di una norma salva-evasori e corrotti, mi sono chiesto come sia andata veramente la faccenda.

Approfondendo meglio l’iter procedimentale per l’adozione di un Decreto Legge mi accorgo che molto difficilmente un provvedimento normativo possa essere taroccato da una manina prima della definitiva approvazione, dato che il testo finale viene sempre e comunque firmato dal Presidente del Consiglio e controfirmato dal Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio prima dell’invio al Quirinale per la firma del Presidente della Repubblica. Dunque, a motivo di un iter parlamentare complesso, non si può immaginare che una bozza – anche modificata nel suo contenuto – possa diventare legge prima di un’ultima lettura e revisione da parte dell’Ufficio di presidenza.

Ora, un Di Maio che ha sollevato un polverone solo per una bozza (quindi qualcosa che poteva benissimo essere stralciata in quanto difforme da quella approvata in sede di CdM, come lui sostiene), tirando addirittura in ballo la Magistratura (che in queste cose non c’entra niente) e accusando uffici tecnici, colleghi di Governo o poteri (rigorosamente forti) che gli remano contro (si presume al fine di non fare una figuraccia con il suo elettorato, che avrebbe mal digerito un provvedimento salva-evasori) assomiglia un po’ all’alunno che, interrogato dalla maestra e palesemente impreparato, inizia a raccontare che il giorno prima il cane gli ha mangiato il libro e per giunta gli è morta la nonna, come accaduto altre 12 volte negli anni scolastici precedenti.

Ora, adottando la fantasiosa linea di immaginazione di un bimbo qualunque, proviamo a dire come siano andate realmente le cose.

La verissima storia dell’approvazione del DL Fiscale e la manina

Il Consiglio dei Ministri. Foto LaStampa.it

Lunedì 15 ottobre, Palazzo Chigi, Roma. E’ in corso il Consiglio dei Ministri, alla presenza dei Ministri Di Maio, Salvini, Tria e altri, oltre al sottosegretario Giorgetti e al Presidente del Consiglio Conte. Inizia la discussione sul Decreto Fiscale, che riguarda una parte consistente della manovra finanziaria, ossia i provvedimenti in tema di pace fiscale. Prende subito la parola Giorgetti.

Giorgetti: “allora, inizio subito la lettura della bozza del decreto, che ho scritto insieme al collega Bitonci sulla base delle indicazioni fornite dalle forze politiche che compongono il Governo e in armonia con quanto approvato in manovra finanziaria, per facilitare la discussione odierna e per velocizzare le operazioni di voto”
Di Maio: “scusa Giancà, ma quanto ci mettiamo a finire tutto? No, perché tengo na diretta feisbucch e una comparsata con Rocco al compleanno di mio cuggino”
Salvini: “Gigì, tranquillo, facciamo presto”
Conte: “no, pure io c’ho da andare via, devo preparare i compiti per l’interrogazione di Junker”
Giorgetti: “ragazzi, tranquilli, in un’oretta finiamo”
Di Maio: “marò, non pensavo di passare più tempo qua dentro che su feisbucch! I miei followers mi mancano assai…”
Giorgetti: “allora, riprendiamo la lettura del testo della bozza. Visti gli articoli 77…”
Di Maio: “naaaaaa, ma davvero dobbiamo leggere tutti i visto e considerato?? Marò che palle!”
Giorgetti: “e vabbè, allora saltiamoli. Titolo I recante Disposizioni in materia fiscale. Capo I recante Diposizioni in materia di pacificazione fiscale. Leggo il primo articolo: Art. 1, Definizione agevolata dei processi verbali di constatazione. Comma 1: il contribuente può definire il contenuto integrale dei processi verb…”
Di Maio: “Giancà, pure l’articolo uno leggi!! Quando facevo giurisprudenza ho imparato che tanto gli articoli uno sono sempre inutili. Dai, su, non tengo tempo da perdere io! Facci un riassunto o leggi le parti più interessanti”
Giorgetti: “eh vabbè, dai. Andiamo subito al sodo. L’articolo 4 del decreto stabilisce lo stralcio dei debiti fino a mille euro affidati agli agenti della riscossione dal 2000 al 2010, mentre l’articolo 5 stabilisce la definizione agevolata dei carichi affidati all’agente della riscossione a titolo di risorsr proprie dell’Unione Europea. Procedo alla lettura dei testi”
Di Maio: “vabbuò, non c’è bisogno, tanto siamo tutti d’accordo, no?”
Tutti in coro: “si si”
Giorgetti: “allora procedo con la lettura dell’articolo 6. Le controversie attribuite alla giurisdizione tributaria in cui è parte l’Agenzia delle entrate, aventi ad oggetto atti impositivi, pendenti in ogni stato e grado del giudizio, compreso quello in cassazione e anche a seguito di rinvio, possono essere definite, a domanda del soggetto che ha proposto l’atto introduttivo del giudizio o di chi vi è subentrato o ne ha la legittimazione, con il pagamento di un importo pari al valore della controversia. Il valore della controversia è stabilito ai sensi del comma 2 dell’articolo 12 del decreto legislativo 31 dicembre 1992, n. 546”
Di Maio: “e che vuol dire?”
Salvini: “Gigi, di questa cosa ne abbiamo parlato tante volte! In poche parole se hai un processo tributario, paghi solo il valore della controversia”
Di Maio: “contro che?”
Salvini: “la controversia! Il valore della causa! Se invece sei in secondo grado e hai vinto il primo, paghi la metà”
Di Maio: “la metà di cosa?”
Salvini: “della controversia! In terzo grado invece paghi solo un quinto”
Di Maio: “e in quarto grado?”
Conte: “quello sta in televisione”
Di Maio: “appunto. Lì quanto si paga? No, perché se vado io mi pagano, non sono io a pagare”
Giorgetti: “scusate, continuiamo l’approvazione? Approviamo i primi sei articoli del testo?”
Tutti in coro: “approvati”
Giorgetti: “bene, andiamo avanti. L’articolo 7 recita che le società e le associazioni sportive dilettantistiche, iscritte nel Registro CONI, possono, per i periodi d’imposta non ancora prescritti ai sensi dell’articolo 43 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 600, alla data di entrata in vigore del presente decreto, e non oggetto, alla stessa data, di accertamenti o di rettifiche ai fini dell’imposta sul reddito delle società e dell’imposta regionale sulle attività produttive, per i quali non è stato instaurato, alla medesima data di entrata in vigore del presente decreto, un contenzioso fiscale, procedere alla regolarizzazione, con versamento volontario, delle imposte relative ai medesimi periodi d’imposta con conseguente preclusione di azioni accertatrici da parte dell’amministrazione finanziaria per i periodi regolarizzati ed esclusione della punibilità per i reati tributari. La regolarizzazione può essere effettuata anche limitatamente ad uno o più periodi d’imposta”
Di Maio: “ho sentito parlare di reati!”
Giorgetti: “ehm, quelliii…sonooo…ehm, sono esclusi dal condono!”
Salvini: “pace fiscale vorrai dire”
Giorgetti: “ops! Scusate il lapsus, pace volevo dire”
Di Maio: “l’importante è che non abbuoniamo i reati”
Salvini: “no no, stai tranquillo”
Di Maio (con sguardo compiaciuto): “andiamo avanti”
Giorgetti, dopo aver letto per intero gli articoli 7 e 8: “allora, anche questi sono approvati?”
Tutti in coro: “approvati!”
Giorgetti: “bene, ora passiamo all’articolo 9”
Di Maio: “ma è lungo? No, perché su uozzapp mi stanno scrivendo che è appena arrivata la torta per il compleanno di mio cuggino Alfonso che ora fa il dirigente all’agenzia delle entrate di Roma Nomentana. No, che da qui ci vuole un po’ per arrivare”
Giorgetti, con tono scherzoso: “e allora prendi l’airbus di Renzi!”
Nell’aula scoppia una fragorosa risata.
Di Maio: “io prendo solo voli di linea, in turistica. Ma se parto da Fiumicino quanto ci metto ad arrivare a Nomentana?”
Nell’aula cala un gelido silenzio.
Di Maio, imperterrito, continua: “e poi non sapevo che a Nomentana ci fosse l’aeroporto”
Giorgetti: “su su, riprendiamo i lavori. L’articolo 9 riporta disposizioni in materia di di dichiarazione integrativa speciale e recita che fino al 31 maggio 2019 i contribuenti possono correggere errori od omissioni ed integrare, con le modalità previste dal presente articolo, le dichiarazioni fiscali presentate entro il 31 ottobre 2017 ai fini delle imposte sui redditi e relative addizionali, delle imposte sostitutive delle imposte sui redditi, delle ritenute e dei contributi previdenziali, dell’imposta sul valore degli immobili all’estero, dell’imposta sul valore delle attività finanziarie all’estero, dell’imposta regionale sulle attività produttive e dell’imposta sul valore aggiunto…”
Di Maio, mentre mostra alla platea una foto appena giunta su WhatsApp: “uffa! Hanno acceso le candeline senza di meeee!!”
Giorgetti: “per favore, sto leggendo l’articolo 9”
Di Maio: “scusate, ma io vado di fretta. Per me è ok. Quanti articoli mancano?”
Giorgetti: “il testo è composto da 26 articoli, come ben saprai”
Salvini: “Luigi, per favore, prima lo approviamo e prima ce ne andiamo tutti a casa. Che stasera mi devo guardare le repliche di temptation island”
Di Maio: “bello, pure io lo guardo! Ma se non ci sbrighiamo non assaggio la torta!”
Giorgetti continua la lettura dell’articolo 9, mentre Di Maio è impegnato a chattare su WhatsApp. Alla fine della lettura Giorgetti alza la testa, guarda tutti e chiede: “è tutto chiaro? Approvato?”
Tutti in coro rispondono: “siii, approvato”
Di Maio, verso la lettura dell’articolo 15, si alza di scatto e dice: “scusate a tutti, ma io devo andare, che questi mi stanno aspettando e poi devo pure fermarmi al bar qua sotto a prendere una bottiglia di spumante e c’ho i miei followers che aspettano una diretta feisbucch. Posso dire che abbiamo abolito la povertà?”
Salvini, con sorriso sornione, risponde di botto: “certo! Con questo decreto abbiamo dato speranza a molti italiani…”
Di Maio, tutto contento, lascia la sala e si dirige, di fretta, verso l’esterno, con un sorriso in faccia che sembra dire: anche oggi ho ridato speranza agli italiani.
E questa è la vera, verissima storia, di com’è andata l’approvazione del Decreto Legge che istituisce la pace fiscale per molti honestissimi italiani e di come Di Maio fosse stato convinto di aver contribuito alla riemersione dell’honestà in Italia fino a quando qualche manina non ha preso in mano lo smartphone e gli ha scritto, pochi giorni dopo, che in realtà l’honestà, con questo decreto, ha preso un’altra – inaspettata – piega.

Fine della storia.

Nota per gli A.F.: i dialoghi sono esclusivamente frutto della fantasia dell’autore, così come anche tutte le considerazioni a margine. Qualsiasi riferimento a fatti, persone o ad una manina è puramente casuale. E’ probabile, ma non certo, che quanto raccontato sia accaduto realmente, come anche no.

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