La fattura elettronica è una cagata pazzesca

Ebbene, siamo agli sgoccioli. Il 1 gennaio 2019 non sarà un giorno di festa per milioni di contribuenti, i quali dovranno iniziare l’avventura – tutta italica – della fattura elettronica.

In Europa siamo gli unici ad usarla, eccezion fatta per il Portogallo, in cui si usa solo in specifici casi. Se siamo gli unici, un motivo ci sarà. Qual è il motivo? E’ semplice: la fattura elettronica è inutile, fa perdere tempo, non porta alcun vantaggio alle Aziende e comporta una spesa in più.

Cos’è la fattura elettronica?

La fattura elettronica è un sistema digitale di emissione, trasmissione e conservazione delle fatture create in uno specifico formato (XML) che si basa sulla creazione di un file digitale, trasmesso attraverso un portale predisposto dall’Agenzia delle Entrate mediante un codice identificativo e/o una casella di posta elettronica certificata (PEC).
In altre parole con questo nuovo formato l’Agenzia delle Entrate fa sia da “postino”, garantendo la presa in carico della fattura e la consegna, sia da “controllore”, in quanto ha accesso in tempo reale al contenuto del documento, quindi può vedere chi l’ha emessa, chi la riceve, cosa è stato acquistato e quanto si è speso.

Soggetti coinvolti

I soggetti coinvolti sono: emittente (o fornitore), Sistema di Interscambio (Agenzia delle Entrate) e destinatario (cliente b2b, Privati e Pubbliche Amministrazioni).

Ma vediamo nel dettaglio vantaggi e svantaggi di questo nuovo sistema.

I vantaggi

La maggior parte delle volte sentirete dire che questo sistema combatte il nero e lo spreco di carta, dato che non saranno più previste fatture cartacee. Falso.
Chi finora ha lavorato in nero continuerà a non emettere fatture, mentre lo “spreco” di carta viene già abbondantemente superato dall’emissione delle semplici e funzionali fatture in PDF. Perché oramai la maggior parte delle Aziende si serve di sistemi gestionali che generano documenti in PDF i quali sostituiscono pienamente la fattura cartacea. Sarebbe stato sufficiente implementare questo sistema così snello e veloce.

Tra l’altro, facendo più prove, ne risulta che per emettere una fattura in PDF con un qualsiasi sistema gestionale occorrono circa 20/25 secondi, mentre per emettere una fattura in formato elettronico (XML) occorrono almeno 3 minuti e non è neanche detto che l’invio della fattura attraverso il sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate vada a buon fine, perché possono generarsi errori (di battitura, di connessione, ecc.) che provocano un problema e le possibilità di essere sanzionati per errori involontari aumentano, dato che l’Agenzia delle Entrate, con questo sistema, ha accesso diretto al contenuto del documento, cosa che non avveniva in passato.

Dunque il vero vantaggio non ce l’ha il contribuente (anzi, a lui spettano tutte le rogne), bensì l’Agenzia delle Entrate, la quale può controllare in tempo reale tutte le transazioni, il contenuto dei documenti, cosa ha acquistato il cliente e quanto ha speso. Altro che spesometro! In questo modo l’Agenzia delle Entrate può spiare senza alcun limite tutte le nostre abitudini d’acquisto, entrando anche nel merito delle nostre scelte.

Come avveniva finora?

Finora l’Agenzia delle Entrate aveva accesso solo alla somma delle fatture emesse/ricevute e solo in caso di accertamento poteva vedere il contenuto dei documenti. Dal 1 gennaio invece potrà effettuare in tempo reale qualsiasi controllo, saprà cosa abbiamo acquistato e potrà fare controlli incrociati anche per conoscere le abitudini di consumo di ogni persona. Questo perché – a differenza del passato – l’obbligo di fatturazione elettronica vale anche nei confronti dei privati.

I possibili errori

Fino ad ora era possibile correggere una fattura sbagliata. Oggi non più.

Mettiamo il caso che abbia sbagliato ad inserire un’aliquota IVA su una fattura già inviata al cliente. Fino ad oggi potevo avvertire il cliente, renderlo edotto dell’errore, correggere quest’ultimo e poi emettere la stessa fattura con la correzione. Qualsiasi sistema gestionale permette la correzione delle fatture anche dopo l’emissione.

Dal 1 gennaio non sarà più così, perché una volta inviata tramite il sistema di interscambio la fattura sarà immodificabile e in base al tipo di errore scatteranno pesanti sanzioni che vanno dal 10% della sanzione minima (500,00 €) fino al 18%. Stiamo parlando quindi di cifre considerevoli, che l’Agenzia delle Entrate pretenderà anche in caso di errori lievi. E pensate a quanti errori potrà commettere un imprenditore anziano, poco avvezzo con la tecnologia. Ma chiunque abbia mai masticato di Aziende saprà che gli errori sono facili da commettere e che si può sempre rimediare. Dal 1 gennaio si potrà rimediare, sì, ma pagando le relative sanzioni.

Esistono già i PDF

Come detto, non ci sono vantaggi nella fatturazione elettronica. La scusa che rimuoverà l’uso della carta è banale e ipocrita, perché l’uso della carta è ormai abbondantemente superato dall’uso dei PDF nelle fatture.

E poi sapete che per emettere la fattura elettronica è previsto l’uso della fattura di cortesia? Su quale supporto? Su carta, ovviamente.

Quindi da questo punto di vista non cambierà nulla. Difatti continuerete a ricevere le fatture (tipo di luce, gas, telefonia, dai vostri fornitori di fiducia, ecc.) sempre su carta.

Soggetti non interessati

Per adesso gli unici soggetti non interessati dal provvedimento sono: imprenditori in regime forfettario, medici e farmacisti. Vediamo nel dettaglio.

Imprenditori in regime forfettario: per loro non si applica l’obbligo della fatturazione elettronica, dato che chi sta in questo regime si presume faccia poche fatture e quindi fatturi poco. Ma per loro comunque scatta un obbligo “occulto”, perché se acquistano da fornitori che stanno nel regime ordinario, dovranno comunque dotarsi del codice identificativo per la ricezione delle fatture elettroniche, quindi, di fatto, saranno anch’essi destinatari del provvedimento.

Medici e farmacisti: ci si chiede “ma perché questi soggetti non saranno destinatari del provvedimento?”. Difatti suona strano, visto che – soprattutto i medici – sono i primi ad evadere il fisco e sono contribuenti molto più redditizi del negoziante sotto casa.

L’esclusione di questi soggetti è legata al fatto che il Garante della Privacy ha più volte espresso perplessità sulla tutela della Privacy nel sistema di fatturazione elettronica. Dato che con questo sistema numerosi soggetti – non sempre autorizzati – potranno leggere dati molto sensibili, allora il legislatore ha previsto, per il momento, la non applicabilità della norma per medici e farmacisti. Questa cosa lascia presagire che i nostri dati non sono al sicuro. Chi potrà leggerli? Ci sono garanzie che il sistema di interscambio e di conservazione delle fatture è al sicuro? Le software house che propongono i loro servizi di e-fatturazione e conservazione hanno titolo per leggere i nostri dati? Poiché non ci sono risposte chiare in merito, il governo ha deciso di evitare l’obbligo di fatturazione elettronica per quei soggetti che trattano dati relativi alla salute delle persone. La qual cosa, però, non è sufficiente a sciogliere i nodi circa la violazione della nostra privacy.

la fregatura della conservazione

Finora le fatture ce le conservavamo da noi. Si generava il documento, si portava dal commercialista e si conservava (sul pc o in archivi cartacei). Oggi non più. Le fatture vanno conservate da soggetti autorizzati, per almeno 10 anni. E chi sono i soggetti autorizzati? Le software house che hanno ricevuto l’autorizzazione da parte dell’Agenzia delle Entrate nonché quest’ultima.

Il costo dei servizi relativi all’invio e alla conservazione delle fatture elettroniche varia e si aggira tra i 25,00 € l’anno e i 120/130 l’anno. Almeno per adesso. Poi non sappiamo se quando il sistema andrà a regime questi soggetti ci prenderanno per il collo e proporranno la conservazione a prezzi più elevati. Non sappiamo nemmeno che fine faranno le nostre fatture se non dovessimo più rinnovare il servizio. Se le distruggeranno? E se poi successivamente l’Agenzia delle Entrate ci farà un accertamento e verrà a sapere che non abbiamo le fatture? Quali sanzioni scatteranno? Insomma, sappiamo solo che imprenditori e professionisti sono ormai presi per il collo: dovranno pagare qualsiasi cifra chiesta perché le SH possano gestire le fatture per almeno 10 anni dall’emissione.

Ma non c’è problema. C’è il servizio gratuito dell’Agenzia delle Entrate!

La conservazione delle fatture da parte dell’Agenzia delle Entrate

L’Agenzia delle Entrate ha previsto sul suo portale un servizio gratuito di conservazione delle fatture elettroniche. In altre parole l’obbligo di conservazione è assolto dall’Agenzia delle Entrate per un periodo di 15 anni. Peccato che per accedere al servizio è necessario stringere un accordo non negoziabile e che la conservazione riguardi solo le fatture, mentre il resto della contabilità non farà parte dell’accordo, con conseguente frammentazione della contabilità interna dell’Azienda.

Ma ciò che lascia perplessi è un altro fatto: a conservare le nostre fatture sarà lo stesso soggetto che fa gli accertamenti, ci sanziona e con cui si possono aprire possibili contraddittori giudiziali.

In altre parole è come se ad arbitrare una partita sia un tifoso di una delle squadre in gioco.

Insomma, la conservazione delle fatture non si può fare in proprio. Ci si dovrà rivolgere a soggetti privati o all’Agenzia delle Entrate, che però è lo stesso soggetto che conserva, controlla e accerta. Il ché non è proprio il massimo della trasparenza.

Ma anche i privati possono ingannarci. Se oggi ci chiedono – chessò – 100 euro all’anno per la conservazione, nulla esclude che tra 5 anni possano chiederci 500 euro, con la minaccia di distruggere i documenti da loro conservati e con il rischio di incorrere in pesanti sanzioni nel caso le fatture non siano accessibili. Insomma, non saremo più padroni nemmeno dei documenti da noi stessi creati ed emessi e dovremo pagare un terzo che li conserva per noi, ma senza la certezza che possa aumentare le pretese, chiudere la baracca o, peggio, farsi rubare i documenti da qualche hacker buontempone.

In tutti questi casi a pagare saranno i responsabili della conservazione. Chi? Loro? No, noi. Perché per legge e per contratto l’unico responsabile della conservazione è chi emette la fattura, nonostante non abbia materiale possesso dei documenti. Incredibile, vero?

Un grazie dalle software house

Se l’Agenzia delle Entrate gode perché potrà sapere i cazzi nostri, anche le Software House godono, perché avranno per le mani una gallina dalle uova d’oro, a norma di legge. E avranno la garanzia di entrate sicure per almeno un decennio. Se non leggi per bene i termini dell’accordo non saprai mai se nel corso degli anni queste SH potranno aumentare le loro pretese o impedirti di accedere alle tue fatture. Ma non è neanche detto che quest’aspetto sia presente nei termini dell’accordo. Chiaro, no?

La fattura elettronica non combatte il nero

Questa cosa va detta, ribadita e ripetuta fino allo sfinimento. La fattura elettronica non combatte il nero, anzi, lo incentiva. Le ragioni le ho esposte sopra e se oggi il nero è diffuso, con questo nuovo sistema lo sarà ancora di più, perché chi è onesto smette di esserlo a causa delle enormi pretese impositorie della burocrazia italiana e alla fine, per sopravvivere, si fa furbo. Ma è una furbizia indotta, proprio da chi dice di volerla ridurre. Lo Stato.

Anche lo scontrino elettronico è una cagata pazzesca!

1 commento su “La fattura elettronica è una cagata pazzesca”

  1. PAROLE SACROSANTE !!- per fare una fattura ci si mette il triplo e le aziende sono state costrette a spendere in software e hardware alla faccia del risparmio e della semplificazione ! questi maggiori costi in termini di tempo ed investimenti ovviamente andranno a pesare sul consumatore finale; inoltre chi vuole continuare a farsi pagare a nero continuerà alla faccia della fattura elettronica anzi, ora a anche una nuova motivazione in più ! – GRAZIE A CHI AVUTO LA BELLISSIMA IDEA !!! e sappiamo tutti chi è stata la mente brillante !!

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