Io sto con Riace

Arrestato il Sindaco di Riace, Mimmo Lucano per un’indagine che fa acqua da tutte le parti.

All’alba di stamattina è stato arrestato il Sindaco di Riace, Mimmo Lucano, l’uomo che da 20 anni a questa parte ha dimostrato con i fatti che è possibile ripopolare un paese duramente colpito dall’emigrazione, dare una speranza di lavoro e dignità ai rifugiati e ai richiedenti asilo e creare, nella realtà, la vera integrazione, non quella decantata dalla politica e mai realizzata.

Ho visto con i miei occhi la realtà di Riace. Ci sono stato di recente ed è per questo che non credo ad una sola parola della Procura di Locri che, con un’indagine ormai pluriennale e molto blanda, oggi ha colpito duramente e ingiustamente una persona che fa tremare sia la ‘ndrangheta sia quella politica di palazzo, demagogica e populista che nei fatti fa gli interessi degli industriali e dei ricchi e non ha alcuna intenzione di tutelare i deboli, né italiani né di qualsiasi altra nazionalità. E attenzione, non parlo solo di Salvini e del M5S, ma anche del PD, dato che le prime ispezioni ministeriali, che hanno dato il via all’inchiesta, risalgono al periodo in cui il Ministro degli interni era Minniti. Insomma, l’intento di demolire Riace e di ricondurlo nei ranghi del degrado e dell’asfissia è totalmente bipartisan.

A Riace invece si respira aria fresca, non solo quella di montagna, ma anche e soprattutto quella di chi in modo semplice, con umanità, con umiltà e senza farsi bloccare dalla burocrazia, ha fatto capire al Mondo intero che è possibile ripopolare un paese, far ripartire l’economia, preservare l’artigianato locale, i servizi pubblici essenziali e offrire un’opportunità di vita dignitosa ai migranti, tutto allo stesso tempo e senza grandi risorse.

In Italia ci sono numerosissime cooperative che gestiscono l’accoglienza e i relativi fondi SPRAR vengono usati – per quasi il 50% – solo per pagare gli stipendi agli addetti che si occupano della burocrazia: bilanci, rendicontazione, fatture, progetti, ecc.

Il resto dei soldi viene usato per le finalità per cui sono stati elargiti: offrire ai richiedenti asilo e ai rifugiati una prospettiva dignitosa di vita.

A Riace no. A Riace quei soldi sono stati usati esclusivamente per mettere in pratica l’accoglienza e far ripartire il paese. E i risultati si sono visti. Forse Lucano e la sua Associazione hanno peccato di troppa leggerezza nella gestione burocratica dei soldi? Forse, si. Forse tra i reati contestati s’intravede la volontà di un Sindaco di preferire una gestione realmente efficace rispetto ad una gestione solo burocraticamente efficace? Si, perché se è vero che Mimmo Lucano ha preferito scegliere due cooperative per la raccolta dei rifiuti, cooperative che non avevano alcuni requisiti per partecipare agli appalti pubblici è anche vero che nel paese non c’è un filo di immondizia per le strade, i cittadini usano bidoncini in legno ecologici e non impattanti, la raccolta avviene con i muli (eh si!) e non con mezzi a motore, e nelle campagne non ci sono quintali di spazzatura, cosa che invece avviene regolarmente nei comuni dove la raccolta differenziata viene fatta da aziende che hanno vinto un regolare appalto.

Lucano conosce bene la realtà in cui opera come sindaco ormai da tre mandati e sa bene che la burocrazia blocca qualsiasi iniziativa, pubblica o privata che sia. In realtà lo sappiamo tutti. Ed è inutile nasconderci dietro un dito, tutti sappiamo che se dovessero ispezionare qualsiasi Comune d’Italia, qualsiasi Azienda o Associazione e persino qualsiasi privato cittadino, troverebbero sempre un’irregolarità, una norma infranta, financo uno o più reati commessi. Perché nessuno di noi è immune alla burocrazia e tutti, almeno una volta nella vita, siamo stati bloccati da norme incomprensibili.

Per Mimmo la legge giusta è la legge naturale, quella decantata dai giusnaturalisti, dai kantiani, dagli hegeliani e, andando ancora più indietro, dal mito di Antigone, per cui la legge giusta è la legge universale della Ragione, dell’Umanità e dell’Amore. Beh, secondo questa legge Mimmo ha solo dato una possibilità ad una donna nigeriana di restare in Italia e gli è stato addebitato il reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina (reato per giunta introdotto dalla Bossi-Fini, contestato per anni dal M5S e oggi che sono al governo mai con l’intenzione di abrogarlo); secondo questa Legge Mimmo ha dato la possibilità a persone che conosce bene di lavorare per il bene del paese, occupandosi della raccolta differenziata, in barba al codice degli appalti che lo avrebbe sicuramente costretto a scegliere tra aziende magari in odor di mafia. Ma si sa, la Legge naturale, la Legge dell’Umanità, dell’Amore, della coerenza e del buon senso oggi è in aperto contrasto con la legge positiva, quella del degrado, del razzismo, dell’ipocrisia, dell’affarismo.

Del resto anche il GIP del Tribunale di Locri, nella stessa ordinanza di custodia cautelare che ha mandato Lucano ai domiciliari scrive: “Ferme restando le valutazioni già espresse in ordine alla tutt’altro che trasparente gestione, da parte del Comune di Riace e dei vari enti attuatori, delle risorse erogate per l’esecuzione dei progetti S.P.R.A.R. e C.A.S., ed acclarato quindi che tutti i protagonisti dell’attività investigativa conformavano i propri comportamenti ad estrema superficialità, il diffuso malcostume emerso nel corso delle indagini non si è tradotto in alcuna delle ipotesi delittuose ipotizzate”.

Ma di cosa stiamo parlando? Ci rendiamo conto che lo stesso GIP prima parla di ipotesi di reato, suffragate da prove di intercettazioni telefoniche ma poi, contemporaneamente, sostiene che in fondo non si tratta di reati? Non so voi, ma a me questa indagine lascia aperti numerosi dubbi, il primo dei quali è che tutto questo accanimento sia di stampo politico.

Non so quantificare la leggerezza burocratica con cui Lucano, il Comune e l’Associazione Città Futura abbiano gestito il tutto, ma io ho visto con i miei occhi le strade pulite, le case rimesse a nuovo, dove vivono riacesi e migranti. Quei migranti che tornano dal lavoro sottobraccio con il datore, quelli che ridono e scherzano con gli anziani del paese, quelli che lavorano nelle botteghe artigiane, quelli che parlano in inglese con accento calabrese, quelli che giocano a carte con i vecchietti nel bar della piazza. Ho visto bambini bianchi e neri giocare insieme sulle giostrine dell’anfiteatro, un anfiteatro rimesso a nuovo e dipinto con i colori dell’arcobaleno. Ho girato tra le viuzze del borgo antico e ho visto vita: quella vita che solo giovani pieni di speranze e di voglia di fare possono donare a un paese che fino a 20 anni fa rischiava l’estinzione. Quei giovani sono bianchi, neri, marroni, rossi. Che importa il colore della pelle? Importa solo che un paese è riuscito a riscattarsi e ha saputo gestire bene, benissimo, fino all’ultimo centesimo quei soldi che invece, in altre parti d’Italia, hanno finanziato attività criminali.

In molte parti d’Italia i rifugiati e i richiedenti asilo dormono in cameroni, ammassati l’uno all’altro, in umide masserie, girano senza meta e vengono sfruttati per fare i lavori più umili, alcuni delinquono perché non hanno altre alternative. Sono relegati nelle periferie della nostra civiltà e non hanno un ruolo.

A Riace hanno trovato un ruolo, una vita, una funzione, una dignità. E io sfido chiunque ad andarci, a fare un giro, a parlare con la gente del paese, a respirare aria di integrazione e di tranquillità. Ma forse integrazione e tranquillità non sono parole che tutti possono assimilare, fanno troppa paura a chi ormai è imperniato di odio, ignoranza e volgarità e che trova il suo sfogo nelle politiche razziste e intrise di ignoranza di un Governo come quello attuale.

Riace è l’ultimo avamposto di umanità. A noi, persone di buon senso, spetta difenderlo. E allora andiamo insieme, sabato 6 ottobre, a respirare aria di integrazione e a difendere l’ultimo, vero, avamposto di umanità. Partecipa all’evento di sabato 6 ottobre 2018 a Riace.

riace_non_si_arresta Leggi l’approfondimento su Mimmo Lucano e il modello Riace

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